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29 settembre 2025 La Flottiglia dell’Inganno:

La Flottiglia dell’Inganno: Quando la Solidarietà Diventa Complicità Politica.
Sto esprimendo un pensiero forte e articolato, che riflette una frustrazione condivisa da molti: quella di vedere l’attenzione pubblica e mediatica concentrata su una sola crisi, quella finanziata da Hamas, mentre altre tragedie vengono ignorate o minimizzate.

In questi giorni, l’Italia è attraversata da una mobilitazione che ha dell’assurdo: manifestazioni pro-Gaza, attivisti che si imbarcano su navi dirette verso Israele, parlamentari che si prestano a operazioni opache, e una narrazione mediatica che dipinge tutto questo come “solidarietà”. Ma dietro questa facciata si nasconde qualcosa di molto più inquietante.
La Sumud Flotilla non è una missione umanitaria. È una provocazione politica. Secondo documenti emersi a Gaza e diffusi dall’IDF, Hamas ha finanziato direttamente l’operazione attraverso il PCPA, una struttura che funge da copertura per attività terroristiche. Eppure, alcuni rappresentanti politici europei — italiani inclusi — hanno scelto di partecipare attivamente, ignorando volutamente questi legami. Non si tratta di ingenuità: si tratta di complicità.
E in Italia, la strumentalizzazione è palese. I partiti del centrosinistra — PD, M5S e AVS — stanno cavalcando l’onda mediatica pro-Gaza per ottenere consensi. Usano la sofferenza palestinese per commuovere l’elettorato, insinuando che il governo italiano sia incapace di “fermare Israele”. Ma questa è una mistificazione: l’Italia, come ogni stato europeo, non può interferire unilateralmente negli affari di altri paesi sovrani, né in Israele né in Ucraina. Eppure, la retorica populista continua, incurante della realtà geopolitica.
Questa non è solidarietà. È una prova di forza mascherata. Navigare verso le acque israeliane con l’intento di “sfidare l’embargo” non è un gesto pacifico: è una provocazione che rischia di trasformarsi in incidente diplomatico, se non peggio. È un tentativo di legittimare Hamas come interlocutore politico, sfruttando l’emotività della gente comune.
E la gente? Manipolata. Migliaia di cittadini scendono in piazza convinti di difendere una causa giusta. Ma chi li guida? Chi finanzia le bandiere, i cortei, le campagne social? Chi decide che Gaza merita attenzione, mentre l’Ucraina viene dimenticata? Perché nessuno protesta per i cristiani massacrati in Nigeria, Pakistan, Siria? Perché nessuno denuncia le persecuzioni nei paesi musulmani contro le minoranze?
La risposta è semplice: perché Gaza è utile. Utile per chi vuole destabilizzare l’Europa. Utile per chi vuole dividere l’opinione pubblica. Utile per chi, sotto la maschera dell’attivismo, porta avanti agende ideologiche e geopolitiche. Utile per chi, in politica, cerca voti facili sfruttando il dolore altrui.
A tutti quelli che manifestano in buona fede, mossi da compassione e senso di giustizia, dico: riflettete. Non lasciate che la vostra voce venga usata da chi si prende gioco della vostra fiducia. La solidarietà vera non è selettiva. Non è finanziata da chi predica odio. Non è orchestrata da chi ha legami con il terrorismo.
L’Italia merita una coscienza civile lucida, non una folla manipolata. E chi organizza queste iniziative, consapevole dei legami oscuri che le sostengono, deve essere chiamato per nome: corrotti, complici, irresponsabili.
Il presidente di Europa Federale Trej Giuseppe


 
 
 
 

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