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29 maggio 2008 Indietro nel tempo


Mi sembra d’essere tornato indietro nel tempo quando impazzava (se non sbaglio) la canzone di Giampieretti che faceva pressappoco così:
“… se sei brutto ti tirano le pietre,
se sei bello ti tirano le pietre,
… qualunque cosa fai,
tu sempre pietre in faccia prenderei…”.

Insomma, non c’è soluzione, in ogni caso siamo quelli col c.lo scoperto e c’è chi si diverte col tiro al bersaglio.

Premetto che il fatto che io non sia un economista e nemmeno un uomo di grande cultura, ma questo non significa che io non sia in grado di pensare e nemmeno che se sento uno che straparla in televisione io non possa pensarla in altro modo.

Così mio sono fatto delle domande, ho discusso con i miei cari, abbiamo formulato delle ipotesi che desidero condividere con i miei dieci lettori, riportando stralci di conversazioni tenutesi a cena:
“… certo che la vita è sempre più cara, aumenta tutto far quadrare i conti alla fine del mese diventa una meta sempre più ardua da raggiungere, solo lo stipendio rimane inchiodato” sbotta mia moglie nel bel mezzo della cena.

Mio padre come se aspettasse il la, parte “ … e la benzina allora?

Quando l’euro era quotato 0,80 dollari costava meno di un euro; ora che con un euro ci danno 1,60 dollari, anche col petrolio a 130 dollari al barile, la benzina non dovrebbe costare oltre 1,10 euro mentre ormai siamo giunti a 1,50 euro per un litro di benzina, un vero furto.

Se poi pensiamo che le tasse superano il 60% del prezzo della benzina, ecco che la verde potrebbe costare fino a 60 centesimi di euro al litro; tutto quello che ci estorcono in più sono tasse per mantener e …”

“Ma cosa ne pensi di questi sbalzi valutari e di questo prezzo del petrolio che sembra in crescita inarrestabile?” domandai al mio saggio e lui rispose “ gli Stati Uniti hanno dapprima contratto debiti in dollari tenendo la valuta forte in modo da trarne vantaggio negli acquisti, ed effettuare tutti gli investimenti anche militari che lo hanno portato in una situazione di dominanza energetica anche in Iraq.

Dopo ha iniziato a svalutare la propria moneta riducendo così di fatto il valore del proprio debito ed incentivato le esportazioni.

Il conseguente aumento del prezzo del greggio non ha fatto altro che premiare la posizione dominate acquisita.

L’Italia che tassa i carburanti in modo vergognoso, ottiene benefici fiscali ad ogni aumento del prezzo dei combustibili, quindi non ha nessun interesse a curarsi che i prezzi non salgano.
(se non ricordo male paghiamo ancora l’accisa per la guerra d’Abissinia, che nemmeno il Governo di sinistra ha osato eliminare).

Quando si tratta di soldi cane non mangia cane.”

“Bisogna anche dire” intervengo prima che mio padre s’imbufalisca troppo “che molte indispensabilità di oggi, non lo sono affatto, è la pubblicità, il voler copiare gli altri che porta a fare il passo più lungo della gamba e poi … va tutto a Patrasso.”

“Non cercare di sviare il discorso” interviene mio padre “se ci fossero meno mangia pane a tradimento le cose andrebbero meglio, abbiamo troppi vampiri che succhiamo dalle nostre tasse dal Governo centrale ai consigli di zona, retribuiamo anche i membri del consiglio di zona, gente che almeno per curare il quartiere dove vive dovrebbe sbattersi gratis invece che venire a sbattere i nostri maroni.”

“Bene”, intervengo, “visto che si è fatto tardi è meglio andare a dormire. Riprenderemo domani la nostra discussione.


Tasse che paghiamo sui carburanti*

• la guerra in Abissinia del 1935 (1,90 lire);
• la crisi di Suez del 1956 (14 lire);
• il disastro del Vajont del 1963 (10 lire);
• l’alluvione di Firenze del 1966 (10 lire);
• il terremoto del Belice del 1968 (10 lire);
• il terremoto del Friuli del 1976 (99 lire);
• il terremoto in Irpinia del 1980 (75 lire);
• la missione in Libano del 1983 (205 lire);
• la missione in Bosnia del 1996 (22 lire);
• il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 (0,020 euro, ossia 39 lire).


*fonte www.cosechenonvanno.com


Giancarlo Dangelo
coordinatore provinciale
della Provincia di Milano
per Europa Federale
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