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TRE IN POLITICA, QUATTRO IN ECONOMIA, DIECI IN FINANZA.
ALL’OMBRA DELLA QUERCIA E DI PRODI GRANDI AFFARI PER I SOLITI NOTI
Pd sta per Partito Democratico.
Il nome è sbagliato.
L’unione fra Ds e Margherita dovrebbe chiamarsi PdF, Partito della Finanza.
Mai come ora banchieri e finanzieri hanno fatto affari d’oro. E l’abbuffata non è certo finita.
Proviamo a guardare dietro le apparenze.
Ad un primo esame questa maggioranza di governo, risicatissima nei numeri, è alla frutta.
Le sue contraddizioni sono evidenti e sotto gli occhi di tutti.
Non importa stare a ripeterle ogni volta.
La cronaca di tutti i giorni ci ricorda il contrasto di fondo fra ala radicale ed ala riformista.
Se però mettiamo da parte questa frattura e ci concentriamo sulla cosiddetta ala riformista, vale a dire su Ds e Margherita ( gli altri, come Sdi e Radicali, non hanno il minimo ruolo e la minima funzione) vediamo che ci troviamo di fronte ad un blocco molto granitico.
Certo alla luce del sole i due principali partiti della coalizione discutono su tutto e soprattutto sul Partito Democratico ma nei fatti procedono come un panzer, soprattutto in campo economico.
Non vogliamo essere fraintesi.
Anche nell’occupazione del potere Dl e Ds se le suonano di santa ragione ma spesso si ha l’impressione che sia una specie di gioco delle parti e che in realtà, i due, marcino divisi per colpire uniti.
Le grandi manovre di questi ultimi giorni in campo economico confermano il sospetto.
Così mentre nel salotto buono del Corriere assistiamo allo scontro fra la cordata di Bazoli e quello di Montezemolo e Tronchetti Provera, con tanto di voci di fuoriuscita del direttore Mieli per far posto ad Anselmi, vediamo poi spuntare l’ipotesi di una cordata De Benedetti, Bazoli e Profumo, quindi Intesa, San Paolo e Unicredit, per rilevare Alitalia.
Entro la fine del mese, quando scadranno le offerte per la compagnia di bandiera, ne sapremo di più.
Nel frattempo però alcune considerazioni.
Questo governo che, essendo di sinistra, dovrebbe difendere i più deboli in realtà sta facendo fare affari d’oro ai più grossi.
Tutto, dicasi tutto, il mondo economico, finanziario e dell’informazione che conta, è in mano ad amici degli amici.
Alcuni di questi, come Bazoli, con la sua Intesa SanPaolo, sta ormai diventando il nuovo Cuccia dell’economia italiana.
Profumo con Unicredit e altri, come Montezemolo, Della Valle, Tronchetti Provera, e chi più ne ha più ne metta, sia pure con alti e bassi e qualche lite, non stanno certo con le mani in mano.
Anche il mondo bancario di seconda linea, Montepaschi su tutti ma poi anche le tante Casse e Fondazioni sparse per il paese, è controllato al 90 per cento da uomini che si riconoscono nella stessa parte politica.
Forse non c’è niente di male ma stentiamo a credere che sia solo un caso, Anche perché la corsa non è certo finita.
Prodi vuole completare l’opera del suo precedente governo quando “privatizzò” parte consistente dell’industria pubblica italiana.
C’è ancora molto da “dismettere”, sempre nell’interesse del “mercato”.
Allora sotto, ragazzi.
Tutti con il Partito Democratico che appena nato cambierà nome e diventerà PdF, Partito della Finanza.
Con buona pace di chi si aspetta da questi signori, è proprio il caso di dirlo, più giustizia sociale ed economica.
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