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18 settembre 2025 Dazi, rincari e resistenza civile


Il peso delle scelte globali sulle famiglie italiane.

In un’epoca segnata da instabilità economica, guerre commerciali e crisi energetiche, le famiglie italiane si trovano a fronteggiare un nemico invisibile ma potente: le conseguenze delle scelte globali.
L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, che ha riattivato i dazi imposti dall’amministrazione Trump, rischia di trasformarsi in un boomerang per milioni di cittadini.
Secondo il Codacons, l’impatto potrebbe tradursi in un aggravio di oltre 4,2 miliardi di euro l’anno, una cifra che non resta confinata nei bilanci macroeconomici, ma si riversa direttamente nel carrello della spesa, nei conti delle famiglie e nella qualità della vita.

Dazi USA: protezionismo che punisce i consumatori europei.
Le nuove tariffe doganali, pensate per tutelare il mercato americano, hanno l’effetto collaterale di indebolire la competitività delle esportazioni europee, in particolare quelle italiane.
Settori strategici come l’agroalimentare, la moda e l’automotive vedono ridursi i margini sui mercati esteri, e molte imprese cercano di compensare le perdite aumentando i prezzi sul mercato interno.
Il paradosso è evidente: il consumatore italiano finisce per pagare di più persino per il vino, l’olio, la pasta e i formaggi prodotti nel proprio territorio.
Un cortocircuito che colpisce il cuore della nostra economia.

Agroalimentare sotto accusa: il prezzo della speculazione.
La reazione delle imprese agroalimentari italiane, che alzano i listini interni per recuperare le plusvalenze mancate dall’export, è percepita da molti come una vera e propria truffa ai danni dei cittadini.

Invece di assorbire l’impatto dei dazi o cercare soluzioni alternative, si scaricano i costi sulla popolazione, già provata da anni di rincari.
È legittimo che le aziende tutelino i propri bilanci, ma è altrettanto legittimo che i cittadini si oppongano a pratiche che mettono in ginocchio il potere d’acquisto delle famiglie.
La questione non è solo economica, ma etica e sociale.

La risposta civile: boicottaggio consapevole e mobilità sostenibile.
In questo scenario, si fa strada una proposta concreta e radicale: limitare gli acquisti allo stretto necessario.
Un boicottaggio pacifico, ma potente, che mira a colpire la filiera agroalimentare nel suo punto più vulnerabile — la domanda interna.
Se i cittadini si unissero in questa forma di resistenza economica, evitando spese superflue e riducendo l’uso dell’auto per privilegiare gli spostamenti a piedi, si creerebbe una pressione tale da costringere le aziende a rivedere i propri listini.
Non si tratta di austerità, ma di consapevolezza e solidarietà. Ogni scelta quotidiana può diventare un gesto politico.

Carburanti, mutui e il domino dei rincari.
Il mix tra dazi, inflazione e possibile rialzo dei tassi d’interesse da parte della BCE rappresenta un cocktail esplosivo.
Le famiglie con mutui a tasso variabile vedrebbero aumentare le rate mensili, le imprese pagherebbero interessi più alti sui finanziamenti, e i consumi — motore dell’economia italiana — subirebbero una nuova frenata.
Il rischio è quello di un circolo vizioso che penalizza la crescita economica e compromette la stabilità sociale.
Non si tratta solo di numeri, ma di pane, benzina, affitti e dignità.

Informazione e verità: il ruolo della stampa.
In tutto questo, la stampa — italiana e internazionale — ha una responsabilità cruciale. Troppo spesso, le notizie vengono filtrate, edulcorate o piegate a logiche editoriali che non restituiscono la complessità della realtà.

Il cittadino ha il diritto di sapere, di capire, di scegliere.

E ha il dovere di informarsi, di interrogarsi, di reagire.

La verità non è un privilegio, ma un bene pubblico.

Un messaggio per l’Italia.
Quando le logiche di mercato si trasformano in angherie, la risposta deve essere collettiva. Consumare meno non è solo una scelta economica, ma un atto politico.
Camminare invece di guidare non è solo salutare, ma un gesto di resistenza.
E soprattutto, restare uniti è l’unico modo per affrontare le sfide globali che bussano alla porta di ogni famiglia italiana.
La resilienza non è rassegnazione, ma forza. E la forza, oggi più che mai, è nelle mani dei cittadini.

Il presidente di Europa Federale
Trej Giuseppe

 
 
 
 

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