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ecco la mia lista.
Nel paese delle denunce facili, dove tutto è colpa di qualcun altro,
mi unisco anch’io: ecco chi voglio denunciare.
E perché.
Giuseppe Trej
Mascali 08 ottobre 2025
In Italia, la denuncia è il nuovo sport nazionale.
Non servono prove, non servono fatti solidi, basta un microfono e un po’ di indignazione prêt-à-porter.
L’ultima perla ce la regala Michele Emiliano, governatore della Puglia, che oggi ha pensato bene di denunciare Benjamin Netanyahu per sequestro di persona, perché – dice lui – quelli della famosa “cosi detta” “flottiglia umanitaria” sarebbero stati prelevati in acque internazionali.
Siamo ai livelli di satira involontaria.
Anzi no, siamo alla politica di plastica, quella fatta di gesti eclatanti, giusto per far parlare un po’ i giornali e i social.
Ma attenzione, non è una mossa casuale.
Emiliano è in scadenza di mandato.
E guarda caso, proprio adesso tira fuori una denuncia “forte”, utile per fare sponda mediatica al campo largo in vista delle prossime regionali.
Bravo Emiliano, continua così: con queste trovate, stai preparando il terreno perfetto perché PD, M5S e AVS possano davvero provarci.
Pubblicità gratuita e indignazione chiavi in mano.
Altro che strategia: questa è propaganda mascherata da solidarietà.
Ma già che siamo nel clima della “grande denuncia collettiva”, sapete che vi dico?
Denuncio anch’io.
Ecco la mia lista (bella lunga):
1. Elly Schlein
Per aver trasformato il PD in una succursale del movimentismo universitario, più attento ai cortei che ai contenuti.
Denunciata per travestimento ideologico: da partito a comitato.
2. Giuseppe Conte
Per la miracolosa conversione da premier tecnocratico a barricadero populista.
E per averci chiuso in casa con i DPCM, salvo poi parlare di libertà e diritti.
Denunciato per incoerenza reiterata.
3. Angelo Bonelli & Nicola Fratoianni
Paladini di ogni “no” possibile: no al nucleare, no alle infrastrutture, no alla crescita.
Denunciati per immobilismo cronico e retorica a emissioni zero di idee praticabili.
4. Maurizio Landini
Per aver paralizzato interi comparti economici in nome di scioperi diventati comizi politici, tra vetrine rotte, cassonetti incendiati e città bloccate.
Denunciato per danno a terzi (cioè ai cittadini normali).
5. I promotori di manifestazioni “spontanee”
Quando “manifestare” diventa sinonimo di imbrattare statue, distruggere vetrine e usare l’ambiente urbano come una tela da graffitare, più che una piazza democratica.
Denunciati per abuso di slogan e danneggiamento estetico.
Estero?
Nessun problema:
6. Donald Trump
Per dazi imposti all’Europa (e all’Italia) senza nessuna logica economica ma con tanta propaganda muscolare.
Denunciato per protezionismo da reality show.
7. Vladimir Putin
Per aver scatenato una guerra devastante, inutile e tragicamente imperiale.
Ha ridotto un Paese in macerie e il mondo sull’orlo di crisi multiple.
Denunciato per delitto geopolitico contro l’umanità.
Conclusione:
“La politica non è un tribunale, e la demagogia non è giustizia.”
L’Italia è diventata un’aula di tribunale permanente.
Ognuno denuncia qualcun altro, spesso senza preoccuparsi delle prove o delle competenze.
È la nuova moda: fare politica per via giudiziaria, dove la denuncia diventa lo strumento per guadagnare like, titoli e voti.
E mentre Emiliano si erge a paladino dei diritti internazionali, c’è da chiedersi: lo fa per convinzione o per fare da apripista alla campagna elettorale del centrosinistra pugliese?
La risposta, forse, non cambia il risultato: una sinistra che denuncia il mondo, ma non vede i suoi stessi fallimenti.
E intanto il cittadino vero, quello che lavora, paga le tasse e si ritrova un’auto incendiata dopo lo sciopero “pacifico”, guarda tutto questo e si chiede:
ma chi denuncia, davvero, queste pagliacciate?
Perché la vera denuncia è quella contro la stupidità.
Il presidente di Europa Federale
Trej Giuseppe
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