Si è parlato tanto di devoluzione, anche noi vogliamo una devoluzione liberal-democratica, priva di egoistici ed assurdi etnicismi, ma che devolva il potere dall'alto verso il basso, dallo stato verso il cittadino. Crediamo che i giovani debbano poter partecipare alla creazione di un proprio progetto di futuro che li affranchi da una rassegnata diffidenza nei confronti della politica. Vogliamo che le amministrazioni regionali,provinciali e locali diventino delle società per il futuro del paese, in cui i giovani possano investire il loro capitale umano ed intellettuale.

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Per questo facciamo nostra la proposta del commissario UE all'educazione Viviane Reding che propone agli stati e ai poteri regionali e locali di sostenere lo sviluppo di iniziative che permettano ai giovani di essere coinvolti nella soluzione dei problemi locali. Le province devono diventare dei centri propulsivi di una politica nuova ed aperta alle sfide che le nuove tecnologie ed il mercato del lavoro ci impone. I giovani pur avendo un elevato tasso di scolarizzazione sono costretti a ciondolarsi a lungo tra università e contratti a tempo determinato senza vedere una prospettiva che garantisca loro un futuro sereno. Consci dell'impossibilità di risolvere questo genere di problemi irrigidendo il mercato del lavoro, come cercano di fare i promotori del referendum sull'articolo 18, crediamo invece che accanto al libro bianco di Biagi, che tenta di razionalizzare e umanizzare un mercato reso disordinato oltre che flessibile dalle leggi varate dal governo dell'Ulivo prima, e Berlusconi poi, sia necessario costruire un edificio di ammortizzatori sociali che garantisca una continuità economica ai giovani lavoratori.

Noi crediamo in un servizio sanitario che garantisca la salute di tutti e per tutti, in una giustizia imparziale, in una scuola pubblica che garantisca ad ognuno le medesime possibilità, in una piena e buona occupazione.
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